Questa estrosa struttura è seminascosta tra la vegetazione nella parte più interna di Fregene, circondata di stradine su cui affacciano classiche villette di un centro urbano vicino al mare. La prima cosa che si nota è il muro di cinta, convesso verso l'esterno e costituito da un mix di cemento e acciaio dipinto di rosso. Una volta entrati senza problemi dal cancello ho subito notato l'abbondanza di immondizia, frutto principalmente della frequentazione "clandestina" del luogo. Ergo abbandono e incuria. Subito sulla sinistra c'è una bassa costruzione in cemento e acciaio rosso con due porte concave che, se non fossero chiuse a chiave, ruoterebbero su se stesse aprendosi. Poi ecco la casa, molto più piccola di come la immaginavo, occhieggiare tra i rami dei lecci. E accanto, sulla destra, una sfera, con finestra/porta di ingresso circolare che sembra il modulo di atterraggio di una qualche navicella spaziale. Mi ha colpito molto la dicotomia tra le travi in cemento armato e le forme cubiche ossessivamente riproposte fuori e dentro la struttura da un lato e questi moduli circolari o ellittici appesi all'esterno o buttati là nel giardino dall'altro. A proposito del dentro, l'interno non è meno interessante dell'esterno. Vetro, cemento e acciaio dipinto di rosso la fanno da padroni. Gli ambienti ellittici di cui parlavo poc'anzi non sono altro che i bagni, cui si accede con spassose porte circolari che ruotano sulla verticale, lasciando vedere il water e il bidet piazzati in posizione opposta rispetto ad un cerchio rosso sul pavimento. Fantastico. Piccole scale superano i dislivelli degli ambienti interni. Tag e qualche murale. Un gruppo di ragazzi nel frattempo registra un video musicale suonando dal vivo, chitarra e basso, mentre un signore in bmw con figlia al seguito si ferma e ci chiede imbarazzato se può entrare a fare delle foto. Scendendo la scala, ovviamente rossa, con cui si sale alle stanze si torna in giardino dove, esattamente sotto i moduli sospesi sui pilastri, c'è quella che doveva essere una piscina, ora cimitero di acqua verdastra brulicante di zanzare per giocattoli, bottiglie, una tastiera e chissà cos'altro.
Struttura complessa, che occorre un po' di tempo per digerire, che chiede a gran voce di non essere abbandonata, di trovare una nuova vocazione. Museo? Spazio espositivo? Non so, opera d'arte di per sé, probabilmente da reinterpretare. Ci penseremo. E ci torneremo per fare altre foto. Questo è solo l'inizio!