Negli anni ho involontariamente seguito l'evoluzione di questa installazione nei miei spostamenti in auto per andare sui monti. Ho invece badato poco all'immancabile dibattito che ha suscitato questa iniziativa, di cui peraltro il Parco è uno degli enti promotori. Devo dire che mi interessa pochissimo la diatriba sugli eventuali danni alla fauna locale, specie all'avifauna, e ancor meno la discussione sull'estetica delle pale. Questo perché sono in linea di massima un deciso sostenitore dei sistemi di produzione di energia pulita e rinnovabile. Essendomi specializzato in geologia degli idrocarburi (cioè l'esatto opposto) ed avendo nel mio percorso universitario studiato anche un altro affascinante sistema di produzione di energia rinnovabile come la geotermia, credo di possedere le conoscenze per giudicare con un minimo di criterio. Credo fermamente invece che spesso chi parla di queste cose, sia a favore che contro, lo faccia senza conoscenze e con buona parte di ideologia.
Ma, devo ammettere, anche io non essendo mai stato prima letteralmente ai piedi di una pala eolica, non potevo dire di giudicare con assoluta onestà. Quindi, ora che sono un fotografo, mi è sembrato doveroso prendere un contatto ravvicinato con questi giganteschi mulini a vento. Così eccomi qui a raccontarvi per immagini e parole le mie sensazioni. Come detto, il parco eolico sorge su una larga, articolata e brulla dorsale montuosa, con quote che arrivano massimo sui 1400-1500m. Si tratta della zona più depressa della lunghissima catena montuosa che inizia a nord con il Monte Sirente e continua più a sud, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, con la Montagna Grande e finisce con il Monte Marsicano. Una zona di confine tra versante adriatico e la conca interna del Fucino, quindi sempre molto ventosa. La vocazione storica di quest'area è sempre stata l'allevamento (ovini e bovini) e un poco di agricoltura d'alta quota.
L'escursione che ho fatto mi ha permesso, partendo da un vecchio fontanile, di percorrere un giro ad anello andando letteralmente a toccare con mano le strutture metalliche che sostengono le pale. Le emozioni che ho provato sono contrastanti. Meraviglia e soggezione per questi giganti, veramente bisogna avvicinarsi per capire quanto sono grandi; felicità nel vedere il movimento continuo che genera elettricità in modo totalmente pulito; un po' di ansia nel sentire il sibilo del vento sulle superfici che sfrecciano veloci; divertimento nel vedere l'ombra delle pale saettare sull'erba secca. L'impatto di queste strutture sul paesaggio è visivamente innegabile, specie qui in Italia dove siamo poco abituati a vedere manufatti che non siano strutture abitative o industriali. L'allevamento non è in nessun modo limitato, dato che che non c'è alcuna recinzione sotto le pale e prova ne è l'abbondanza di escrementi in tutta l'area. La sensazione più "negativa" mi è stata chiara solo quando mi sono fermato in una zona senza torri eoliche. Una parentesi del classico paesaggio abruzzese e ho capito: era quel continuo movimento e quel sibilo che mi aveva causato un po' di inconsapevole ansia. Ma la sensazione è durata poco, troppo più importante il risultato: energia pulita e rinnovabile all'infinito. Devo poi dire che questa sensazione si ha solo nelle immediate vicinanze delle torri, mentre svanisce presto quando le si guarda da lontano.
La conferma del mio giudizio positivo l'ho avuta nel paese di Collarmele. Completamente distrutto dal terremoto del 1915 e ricostruito, oggi è un piacevole centro pulito e curato, decisamente sopra la media dei paesi limitrofi. Ciò è dovuto anche ai soldi che arrivano nelle casse comunali dalla società che gestisce il parco eolico e con cui si sono potuti costruire parchi giochi per i bambini, mettere i fiori, pulire le facciate delle case e curare la manutenzione. Certo il paese è abitato solo da anziani, ma questa è un'altra storia. Concludo quindi con un giudizio personale positivo, che rafforza la mia convinzione sulla necessità dell'uso sempre maggiore di questi sistemi. L'impatto complessivo, al netto del giudizio personale sull'estetica delle torri, è limitato e comunque meglio "consumare" territorio così che continuare a cementificarlo come abbiamo fatto troppo e male. Infine, prima di giudicare, invito chiunque a farsi un giro sotto questi giganti. Poi ne parliamo.