La Val d'Orcia, in Toscana, provincia di Siena, è patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO per le sue eccezionali caratteristiche naturali, culturali e artistiche. Fin qui nulla da dire, personalmente conosco bene questi luoghi e li ritengo più che meritevoli di questo riconoscimento. La sua fama è ben nota anche oltre i confini nazionali e prova ne è il flusso molto intenso di turisti stranieri che per buona parte dell'anno visitano la zona. Ovviamente potete immaginare la mole di immagini che vengono scattate, da fotografi amatori, professionisti o semplici turisti. Fatalmente, come accade spesso per le zone più "belle", è quasi sempre l'estetica a dominare questi scatti. Bisogna inoltre notare come vengano riproposte in tutte le salse quelle che ormai sono noti come i punti più "belli" all'interno della zona "bella", con una sorta di perpetua imitazione reciproca nel difficilissimo tentativo di tirare fuori lo scatto più bello di tutti.
Premettendo che capisco benissimo le foto "turistiche" e di quanti vogliano portare con se ciò che ritengono più bello, anche a me è capitato tante volte di farlo, e non volendo in nessun modo, come ho scritto in un altro post, criticare la ricerca estetica, voglio solo stimolare chi fa ricerca fotografica ad andare oltre. Percorrendo le stradine della valle, guardandosi attorno, ci sono altri elementi che contribuiscono all'insieme del paesaggio di quest'area, magari dissonanti, non "belli" o poco interessanti rispetto a quello che si vede normalmente e per questo spesso ignorati. Io credo che anche questi elementi, al pari di quelli esteticamente più accattivanti, abbiano la dignità di essere fotografati nell'ambito di uno studio paesaggistico della Val d'Orcia. Così le ex cave di ghiaia lungo l'omonimo fiume, i tanti casali malandati e semi-abbandonati, i fossi, le grandi strutture delle cooperative agricole fino alle industrie dismesse (vedere questa gallery) fanno parte del paesaggio della valle così come i campi, le dolci colline, i cipressi e i borghi antichi.
Il mio punto di vista e il mio consiglio quindi per chi voglia realizzare una documentazione sul paesaggio di un qualsiasi luogo, è di non tralasciare nulla, non farsi distrarre solo dalle cose più evidenti e fotografare le cose così come si vedono, e non come si vorrebbe che fossero, tralasciando di aspettare la luce giusta, la stagione giusta, l'attrezzatura giusta ecc. Ritengo che in questo genere di lavoro ciò che conta è il contenuto prima di tutto. Buona ricerca!
Premettendo che capisco benissimo le foto "turistiche" e di quanti vogliano portare con se ciò che ritengono più bello, anche a me è capitato tante volte di farlo, e non volendo in nessun modo, come ho scritto in un altro post, criticare la ricerca estetica, voglio solo stimolare chi fa ricerca fotografica ad andare oltre. Percorrendo le stradine della valle, guardandosi attorno, ci sono altri elementi che contribuiscono all'insieme del paesaggio di quest'area, magari dissonanti, non "belli" o poco interessanti rispetto a quello che si vede normalmente e per questo spesso ignorati. Io credo che anche questi elementi, al pari di quelli esteticamente più accattivanti, abbiano la dignità di essere fotografati nell'ambito di uno studio paesaggistico della Val d'Orcia. Così le ex cave di ghiaia lungo l'omonimo fiume, i tanti casali malandati e semi-abbandonati, i fossi, le grandi strutture delle cooperative agricole fino alle industrie dismesse (vedere questa gallery) fanno parte del paesaggio della valle così come i campi, le dolci colline, i cipressi e i borghi antichi.
Il mio punto di vista e il mio consiglio quindi per chi voglia realizzare una documentazione sul paesaggio di un qualsiasi luogo, è di non tralasciare nulla, non farsi distrarre solo dalle cose più evidenti e fotografare le cose così come si vedono, e non come si vorrebbe che fossero, tralasciando di aspettare la luce giusta, la stagione giusta, l'attrezzatura giusta ecc. Ritengo che in questo genere di lavoro ciò che conta è il contenuto prima di tutto. Buona ricerca!