Con il presente articolo intendo presentare la mia esperienza in merito all’utilizzo a mano libera delle fotocamere grande formato di tipo folding. In particolare, vi presenterò alcuni scatti, con relativi dati e considerazioni, realizzati con un apparecchio Linhof Super Technika IV 4x5” (10,2*12,7 cm), mentre non prenderò in considerazione in questa sede quei modelli di fotocamere grande formato realizzate espressamente per un utilizzo a mano libera (Gaoersi, Dayi, Cambo ecc) e quindi limitati in massima parte solamente a quello. Qui invece prenderemo in esame l’uso per scatti senza cavalletto di fotocamere di tipo folding, anche note come technical cameras, che normalmente possono essere adoperate per una vasta gamma di applicazioni, e trasportate con relativa facilità. Sono apparecchi solitamente completi di movimenti che permettono una gestione accurata della prospettiva e del piano di fuoco ma che alla bisogna, essendo dotate anche di mirino ottico e telemetro accoppiato alla lente in uso, possono diventare delle insospettabili fotocamere “point and shoot” senza cavalletto. Ovviamente con evidenti limitazioni, specialmente peso e ingombro, e quindi non certo la prima scelta nel caso in cui la necessità primaria sia la rapidità d’azione e la veloce ripetizione di scatti. Ma vi assicuro che godono di insospettabili qualità e possono dire la loro anche in questi casi.
Alcuni esempi di fotocamere di questo tipo sono la già citata Linhof Super Technika (il “super” sta proprio ad indicare la presenza del telemetro), diversi modelli della celeberrima Graflex, la Horseman VH-R e la Wista 45RF. Si tratta in tutti i casi di apparecchi che scattano su pellicole piane nel formato 4x5”, utilizzando i classici chassis per l’international back (tipo Lisco, Fidelity ecc.). Tutte in pratica sono state pensate per raggiungere il massimo della versatilità nell’ambito del grande formato, unendo la libertà e la flessibilità dei corpi mobili e della messa a fuoco con il soffietto alla compattezza e relativa leggerezza costruttiva, specie se paragonate alle più ingombranti e pesanti fotocamere a banco ottico classiche (monorail). Tutto ciò perché sono state progettate per un utilizzo sul campo (vengono anche definite “field” non a caso), rispetto ad una vocazione più da studio del banco ottico propriamente detto. Ed infatti uno dei campi originali di utilizzo nell’ambito della fotografia professionistica era quello del fotogiornalismo, per il quale venivano in larga parte utilizzate proprio a mano libera, eventualmente coadiuvate da grossi flash.
Oggi ovviamente non vediamo più all’opera chi fa fotogiornalismo con questi apparecchi, ma le fotocamere di questo tipo ci sono ancora, anche attualmente in produzione (come la Linhof Super Technika), senza contare il florido mercato dell’usato. Quindi mi sembra doveroso presentarvi le mie impressioni su un modo d’uso del grande formato che ai più fa sorridere.
Come ho scritto all’inizio, ciò che permette di scattare a mano libera con una fotocamera folding grande formato è la presenza del telemetro, che nella Linhof Technika si trova montato sul lato sinistro del corpo macchina, ed è accoppiato alla lente in uso per mezzo di una camma (una specie di lama metallica, ogni lente ha la sua!) e un sistema di leve e molle. Il focusing avviene quindi guardando nell’apposita finestrella del telemetro e operando con la rotellina del fuoco, fino a far coincidere le immagini al centro dell’area visualizzata. E fin qui ci siamo, ma per comporre l’inquadratura? Ecco l’altra cosa fondamentale di cui abbiamo bisogno: un mirino ottico che deve riprodurre la scena inquadrata, e deve farlo per varie lunghezze focali e possibilmente correggendo il difetto di parallasse che potrebbe intervenire se il soggetto inquadrato è vicino. Nel caso della Linhof abbiamo un accessorio che è un vero e proprio gioiello e che assolve alla grande questo compito: il multifocal viewfinder, un mirino ottico che si monta sulla slitta al centro del corpo macchina e permette di inquadrare il soggetto simulando lunghezze focali comprese tra 75/90 e 360mm (per il 4x5”) e dotato anche di meccanismo per correggere il difetto di parallasse.
Quindi telemetro e mirino permettono di comporre e focheggiare senza guardare sul vetro smerigliato. Bene, ma per un utilizzo davvero “a mano libera” dobbiamo essere in grado di reggere agevolmente la macchina con una mano mentre con l’altra mettiamo a fuoco e poi guardiamo nel mirino. Quindi il terzo accessorio più o meno indispensabile è un’impugnatura che, nel caso della Linhof, è un maniglione anatomico che si innesta su un binario dal lato opposto al telemetro e può essere ruotato per trovare la posizione migliore. Il grip anatomico è anche dotato di foro al centro dove far passare un cavo di scatto flessibile, in modo da poter scattare agevolmente con il pollice della mano sinistra, mentre guardiamo nel mirino ottico e con la destra sosteniamo la base della fotocamera. Ecco fatto! La cosa fondamentale da ricordarsi è che quando usiamo la nostra folding in questo modo in sostanza lo facciamo come se fosse una normale fotocamera “rigida”. Tutti i movimenti, decentramenti e basculaggi, non possono essere usati perché alterano il fuoco e l’inquadratura e quindi ciò che vediamo nel mirino e dove focheggiamo non corrispondono più a quando realmente inquadrato e focheggiato!
Vantaggi e svantaggi. Lo svantaggio più evidente è la relativa lentezza dell’operazione messa a fuoco – composizione, che quindi pregiudica l’utilizzo in caso di azioni molto rapide. Altri punti deboli sono il peso della macchina e il singolo scatto che avete a disposizione. Per effettuarne un secondo occorre ovviamente reinserire il volet ed estrarre lo chassis, girarlo e reinserirlo. Un vantaggio inaspettato è invece la sorprendente stabilità della fotocamera, che permette di scattare con confidenza anche usando tempi relativamente lenti. L’azione dell’otturatore è già di per sé impercettibile e viene completamente assorbita dalla massa della dell’apparecchio che, se impugnato come si deve e mantenuto stabile, magari appoggiandolo al corpo, si rivela davvero monolitico. Io ho scattato senza problemi con tempi di 1/60 sec con la lente 150mm. E se un altro svantaggio è la relativa difficoltà a mantenere la perfetta orizzontalità (o verticalità) dell’inquadratura, ma questo può importare relativamente, un indiscutibile vantaggio è il semplice fatto di realizzare lo scatto in grande formato, con tutta la qualità che ne consegue. Infine uno svantaggio può essere l’impossibilità di usare diaframmi troppo chiusi per ovvii problemi di tempo di scatto. In ogni caso non c’è problema a scattare in luce diurna a f/16 o oltre, quindi una sufficiente profondità di campo è garantita.
© Giulio Speranza, giugno 2017, riproduzione riservata.