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BLOG

Stenopeika 45se2: un ibrido tra folding e banco ottico.

1/23/2018

3 Comments

 
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La StenopeiKa 45se2 folding camera, numero di serie #1 (prototipo), pronta allo scatto. Qui monta il Nikkor-W 210mm.
Un saluto amici appassionati di Grande Formato. Oggi vi presento una nuova fotocamera, la StenopeiKa 45se2, interamente progettata e prodotta in Italia, a Pistoia per la precisione, dalla StenopeiKa di Samuele Piccoli. Ma prima di iniziare sono doverose due premesse.
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La prima è che ho la fortuna di essere colui che prova e analizza per primo i nuovi prototipi che va via via sviluppando la StenopeiKa. Insomma sono il tester ufficiale dell’azienda, e sono quindi legato da un rapporto professionale con la stessa. Detto ciò, vi assicuro che ho affrontato con totale onestà intellettuale la stesura di questa recensione, come d’altronde sono abituato a fare. La seconda è che quanto segue di basa sull’analisi di un prototipo. Come recita la targhetta metallica affissa sulla fotocamera, trattasi dell’esemplare con numero di serie #1. Da ciò consegue che piccole imprecisioni costruttive non saranno prese in considerazione, mentre mi concentrerò sul prodotto nel suo complesso, ed evidenzierò i difetti solo se chiaramente legati ad una mancanza progettuale di base. È chiaro che, data la mia funzione di tester, i difetti, piccoli o grandi che siano, sono già stati riferiti all’azienda che ne terrà conto nello sviluppo della macchina finale. In fin dei conti, la mia funzione è proprio questa! Ove possibile, vi renderò già conto di aggiornamenti del progetto ufficiale rispetto al prototipo.
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Vista frontale della fotocamera chiusa. Si nota, in alto, la fessura per inserire il dito e rimuovere il supporto magnetico del vetro smerigliato.
La StenopeiKa è una piccola azienda di Pistoia che, nella persona di Samuele Piccoli, da anni progetta e produce apparecchi artigianali dedicati alla fotografia, soprattutto al grande formato. La 45se2 è l’ultima arrivata nell’ambito delle folding 4x5” proposte dalla casa, evoluzione dei precedenti modelli. Il semplice fatto di essere un prodotto di artigianato lo colloca su un piano diverso rispetto ai prodotti costruiti su scala industriale, un prodotto che si inserisce nel panorama sorprendentemente vasto di piccoli produttori che in Italia e nel resto del mondo continuano a spendere soldi ed energia nella progettazione di nuovi apparecchi dedicati alla fotografia analogica grande formato. Un mercato dove i grandi marchi storici che hanno dominato nei decenni passati faticano a tenere il passo o hanno riconvertito la produzione al digitale, lasciandosi dietro una miriade di apparecchi che si possono trovare sul mercato dell’usato, e liberando di fatto la, se pur esigua, fetta di mercato di chi vuole un apparecchio nuovo di zecca, magari personalizzato secondo le proprie esigenze.
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La StenopeiKa 45se2, come la maggioranza degli altri prodotti della casa, è costruita utilizzando legno e metallo. Osservandola da chiusa, la macchina mette in mostra entrambi gli elementi. La base, con una triplice filettatura per cavalletto, e la parte posteriore con il supporto per il vetro smerigliato, sono in legno, cipresso in questo caso. In mezzo c’è tutta la parte meccanica, realizzata in alluminio verniciato di nero, con alcune guide in materiale plastico autolubrificante. Esteticamente è piacevole il contrasto tra il colore chiaro del cipresso e il nero del metallo. Le parti di legno presentano numerosi “vuoti” che rendono la struttura complessivamente più leggera e ariosa, e possono fungere anche da maniglie. Va detto che al posto del cipresso (il tipo di legno “base”) possono essere usati altri legnami, come Iroko oppure Olivo, e la base può essere realizzata anche in carbonio per alleggerire ulteriormente il tutto. Il peso del modello base (cipresso e alluminio) è di 3kg. Sebbene ancora chiusa, appare evidente che la dimensione della macchina è notevole, specialmente se rapportata ad altre folding 4x5”, sia artigianali che industriali. Vedremo che ciò ha una motivazione ben precisa.
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La macchina si apre svitando due pomelli posti sui lati, leggermente più in basso rispetto ad altri due che invece controllano il decentramento verticale posteriore. C’è una tacca che blocca automaticamente il movimento per l’apertura quando il piano posteriore è in posizione verticale. A questo punto possiamo ammirare il soffietto, anch’esso nero, e la standarda anteriore, ancora in posizione reclinata. Per essere operativi occorre ora tirare verso di noi e ruotare tutta la struttura anteriore. Il movimento, che a prima vista può apparire un po’ lento e complesso, in realtà non lo è poi tanto. La parte bassa della standarda scorre in modo molto fluido su binari metallici e tutta la struttura va ruotata fino a bloccarsi in verticale grazie alla presenza di altre due tacche nelle guide metalliche, mentre la piastra portaobiettivo (in legno) va sollevata fino a che due leve a molla scattano segnalando il punto di 0 del decentramento verticale. Tutta l’operazione effettivamente richiede di muovere e poi serrare diversi elementi, ma appena si acquisisce un minimo di dimestichezza richiede davvero pochi secondi. Eventuali leggeri disallineamenti tra le due standarde possono essere rapidamente corretti con il tilt assiale anteriore, che vedremo dopo.
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A macchina aperta abbiamo la conferma di quanto visto in precedenza: la StenopeiKa 45se2 è grande, oserei dire molto grande, per una folding 4x5” (dimensioni da chiusa 27x27x13,5cm). L’altra cosa che appare evidente è che la struttura è molto sviluppata in verticale, con una estensione notevole delle due standarde in questa direzione. Il soffietto infatti, nella posizione di 0 dei movimenti, ha notevole spazio sotto si sé e, se per un momento escludiamo la base, il tutto assomiglia più ad un banco ottico che ad una folding. Ed arriviamo così all’idea dietro a questo modello, ovvero la ricerca di una fotocamera che rappresenti un anello di congiunzione tra un banco ottico e una folding. Come vedremo infatti, dell’uno presenta le caratteristiche di ampiezza e numero di movimenti disponibili, ovvero tutti i decentramenti e le rotazioni su entrambe le standarde, mentre dell’altra la possibilità di richiudersi in modo (relativamente) compatto per il trasporto. Prima di proseguire con la descrizione, non si può non notare una certa apparente complessità della parte meccanica, che sia sul lato che sulla base presenta numerose ghiere e leve con cui occorre prendere dimestichezza e che all’inizio possono disorientare un po’. Questo è dovuto al fatto che tutti i movimenti sono indipendenti e regolati da sistemi di blocco/sblocco individuali.
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La 45se2 si apre prima portando la parte posteriore in verticale e quindi muovendo verso di sé, ruotando e sollevando la standarda anteriore. Una volta aperta, appare evidente il notevole sviluppo in verticale della struttura, che lascia ampio spazio di manovra sotto al soffietto, facendo assomigliare il tutto più ad un banco che ad una folding.
La parte posteriore della macchina è costituita da un corpo in legno verniciato di nero con l’alloggiamento per il vetro smerigliato, di buona fattura e con il reticolo. Il meccanismo di inserimento dello chassis, qui costituito da molle in plastica, è stato sostituito sulla macchina finale da un sistema più affidabile che permette anche di inserire una lente di Fresnel o un dorso porta rulli. Per passare dal fotogramma orizzontale al verticale il supporto del vetro si stacca e riattacca molto rapidamente con un ingegnoso sistema magnetico, assai preciso.

Come accennavo, la standarda posteriore presenta tutti i movimenti, decentramenti compresi. Il verticale si sblocca con due manopole laterali ed è leggermente più esteso verso l’alto che verso il basso. Lo scorrimento avviene su guide in materiale plastico e risulta un po’ ruvido e non particolarmente fluido. Per sbloccare il decentramento laterale si opera invece su due rotelline poste sotto la base in legno. Il movimento in questo caso, pur se non molto ampio, risulta avere la giusta resistenza ed è piacevole e utile da usare. Per utilizzare il tilt invece si opera sulle stesse manopole con cui si apre la macchina. In avanti la rotazione è illimitata (90°) e, accoppiata alla rotazione della standarda anteriore, anch’essa illimitata, permette gestioni del piano di fuoco e correzioni prospettiche estreme. Anche all’indietro la rotazione è abbastanza ampia e più che sufficiente per gli usi comuni (29°). Lo swing, infine, si sblocca con due rotelline poste sulla base e presenta una vite a molla che si inserisce automaticamente in un foro nella posizione di 0. In pratica, una volta sbloccate le due rotelline, si solleva la molla e si può effettuare il movimento. Questo sistema, presente anche sulla standarda anteriore per swing e decentramenti, risulta molto comodo per ritornare rapidamente nelle posizioni iniziali dopo aver usato i movimenti. La rotazione è fluida e ampia (24°).
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Prima di passare alla standarda anteriore, non posso tralasciare di citarvi la rotellina per la messa a fuoco di precisione, situata nella parte posteriore in basso. Il movimento, che fa affidamento su una vite senza fine ed è autobloccante, è preciso ma un po’ duro. L’escursione possibile è molto ampia. Devo segnalare anche il bel soffietto che è vincolato magneticamente ai due corpi in modo preciso e sicuro. È così possibile sostituirlo con uno grandangolare in modo molto rapido.

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Vista posteriore della fotocamera, con il buon vetro smerigliato. Si notano anche i "vuoti" nel legno che possono fungere da maniglie e la rotellina che comanda la messa a fuoco di precisione. Da notare, infine, le due rotelline poste sotto la base che sbloccano il decentramento laterale.
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Qui si può vedere l'ingegnoso sistema magnetico che permette di staccare e riattaccare molto velocemente e con precisione il soffietto e il supporto per il vetro smerigliato.
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Questo modello presenta i decentramenti anche sulla standarda posteriore e le rotazioni, anch'esse presenti entrambe, sono abbastanza ampie da soddisfare gran parte delle necessità.
La standarda anteriore è quella che, meccanicamente, presenta la maggiore complessità. Tutto il blocco scorre sulle guide metalliche della base in modo da poter effettuare la messa a fuoco di massima in base alla lente in uso. Ci sono quindi tutta una serie di ghiere e viti che sbloccano i vari movimenti. Il serraggio della standarda sulla base avviene mediante la solita rotellina metallica ed è molto rigido. Operare su questa rotellina però può non essere comodissimo, a seconda della posizione della standarda, che costringe a volte ad inserire la mano nell’apertura del legno sotto il vetro, specie con focali corte. La piastra porta ottica monta le classiche lensboard Linhof (toyo, wista ecc) ed è dotata di livella a bolla sui due assi.
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Il piano dell’ottica può essere tiltato mediante due diversi meccanismi: un classico tilt assiale (23,5°) e uno basale, in sostanza quello che si usa anche quando si apre e si chiude la macchina. Dal punto di vista pratico è più comodo e confortevole il tilt assiale, che permette di gestire il piano di fuoco con sufficiente facilità. Un po’ scomodo il tilt basale (che ruota in modo illimitato fino a 90°), perché a causa del baricentro alto la standarda tende a ruotare rapidamente in avanti non appena sbloccate il movimento, specie con lenti pesanti. Il tilt assiale può anche essere usato, aiutandosi con le livelle a bolla incorporate, per verificare il parallelismo tra le standarde. Lo swing presenta la solita rotellina di sblocco più vite a molla per lo 0. Il movimento è fluido, ma il grado massimo di rotazione è minore rispetto allo swing posteriore (12°). Per quanto riguarda i decentramenti, se il laterale non è molto esteso ma in linea con quello di altre folding, il verticale, grazie al generoso sviluppo verso l’alto della struttura, è notevole. Particolarmente rilevante il decentramento verso il basso, feature che, tra l’altro, spesso manca del tutto nelle folding, costringendo ad inclinare la macchina per abbassare l’inquadratura. Il movimento, che fa affidamento ancora una volta sul sistema di ghiere e leve a molla per lo 0, è molto fluido e occorre fare attenzione quando si usano ottiche pesanti.
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La standarda frontale, abbastanza complessa dal punto di vista meccanico, è dotata di tutti i movimenti con comandi individuali. Notevole la possibilità di decentrare (e di molto) verso il basso. Notevoli anche le capacità di correzione prospettica verticale.
Nel complesso, nonostante il baricentro alto e la struttura complessa, la stabilità e rigidità sono più che soddisfacenti, ma ricordatevi di serrare bene tutte le ghiere! Nell’utilizzo pratico, il tilt basale anteriore è più utile, accoppiandolo a quello posteriore, per le correzioni prospettiche. Infatti, dato che entrambi i movimenti sono illimitati (90°), si possono operare correzioni estreme, a patto di avere una lente con copertura sufficiente.
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Da rimarcare anche che, date le dimensioni generose della macchina, e in particolare la larghezza della parte posteriore, quando si usano focali corte si gode comunque di un’ampia possibilità di operare sui movimenti, a patto però di avere il soffietto grandangolare, senza il quale è pressoché impossibile usare ottiche più corte di un 90mm. E a proposito di questo, dato che l’allungamento minimo è di 100mm, per utilizzare ottiche dal 90mm in giù si è costretti ad operare sui due tilt anteriori per avvicinare la lensboard al piano pellicola (foto). E ancora, se usate ottiche grandangolari, faccio notare che il posizionamento molto in alto della lensboard rispetto alla base, risolve il problema, che hanno alcune folding, di ritrovarsi la base stessa nell’inquadratura usando lenti di focale corta.
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Nella foto in alto a sinistra si nota come il decentramento laterale della standarda anteriore non sia molto ampio, ma combinandolo con quello posteriore si ottengano spostamenti discreti. In alto a destra invece si osserva come per usare ottiche dal 90mm in giù (fondamentale il soffietto grandangolare), sia necessario operare sui due tilt anteriori per avvicinale la lensboard al vetro smerigliato, dato che l'allungamento minimo è di 100mm.
Vi rimando infine al sito (stenopeika.com) per le questioni inerenti al prezzo, che varia in base al tipo di legno scelto e alla possibilità di avere la base in carbonio, così come agli accessori che potete eventualmente aggiungere. Vorrei comunque rimarcare il fatto che, come spesso capita per i prodotti artigianali, avete la possibilità di parlare approfonditamente della macchina con lo stesso Samuele, e di chiedere numerose personalizzazioni per calibrare il prodotto sulle vostre esigenze.
​
Chiudo con le mie impressioni e considerazioni. La StenopeiKa 45se2 è una fotocamera che risponde alla ricerca di un compromesso, a livello artigianale, tra la praticità/leggerezza di una folding e la tecnicità/possibilità espressiva di un banco ottico. Obiettivo centrato? Sostanzialmente si! La macchina ha il suo punto di forza nella presenza di tutti i movimenti su entrambe le standarde, se pur non estesi e precisi come su un banco industriale, e nel fatto di poterla al tempo stesso chiudere e riporre nello zaino proprio come una folding. Certo le dimensioni sono decisamente importanti rispetto alle altre 4x5” pensate per un uso “sul campo”, ma in fin dei conti questa fotocamera fa un po’ specie a sé. Il peso rimane contenuto, ma la meccanica può risultare un po’ complessa e non sempre facilissima da gestire. Questo in ragione della volontà di fornire al fotografo uno strumento altamente tecnico con movimenti dotati di comandi indipendenti. Probabilmente non è la macchina ideale per chi è alle prime armi, ma può sicuramente dare soddisfazione all’utente già più esperto e alla ricerca di uno strumento innovativo che richiede un po’ per essere “addomesticato”.

(c) Giulio Speranza, riproduzione riservata
3 Comments
Luca link
9/30/2019 17:42:06

Gran bella recensione di una bellissima macchina tutta italiana. Il prezzo è in linea con le prestazioni e la qualità fornita.

Sicuramente la versione tutta carbonio sarebbe preferibile sul campo, e chissà se verrà fatta una versione aggiornata sulle manopole (un sistema magari meno lento e laborioso di regolazione)

Reply
Giovanni Amaradio
6/13/2020 17:25:43

Stenopeika, meravigliosa sono un collezionista ed appassionato del grande formato.
Un saluto da Giovanni Amaradio
Auguri per l'avvenire.

Reply
William Hernandez link
11/5/2022 14:29:38

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