È passato poco meno di un anno da quando ricevetti da Samuele Piccoli di StenopeiKa il primo prototipo della Leonardo 8x10”, capostipite di una nuova generazione di folding nate nell’affascinante laboratorio sui colli Pistoiesi. Ricorderete forse la recensione che feci in proposito e l’ottima impressione che ricevetti, a riprova del notevole sforzo di Samuele nel produrre strumenti sempre più perfezionati ma saldamente posizionati nel solco dei predecessori.
Bene, un anno è passato e la storia è andata avanti, infatti oggi vi parlo della Michelangelo 4x5” che altro non è se non il fratello minore, come formato non come concezione, della Leonardo. Trattasi dunque di quella che è la nuova top di gamma nel formato più diffuso e popolare, quindi un oggetto che andrà ad occupare un posto molto importante nel panorama dell’offerta di StenopeiKa e su cui è stato fatto quindi un lavoro notevole. Voglio precisare che la macchina, come di consueto un prototipo, è in mio possesso da ottobre e quindi c’è stato abbastanza tempo, nonostante il covid, per provarla e implementare già alcune modifiche che sono diventate parte integrante del modello ufficiale attualmente in produzione.
Come al solito, iniziamo con i dati “grezzi” sulle caratteristiche della macchina (cliccate qui per il sito web del produttore):
- Peso: 1,9 kg (versione in alluminio)
- Estensione massima: 52cm
- Estensione minima: 80mm (posizione standard); 55mm (standarda anteriore reclinata)
- Movimenti standarda anteriore: decentram. verticale +5,6/-4,8cm; decentram. laterale +/- 1,6cm; swing +/- 14°; tilt basale +23/-90°; tilt assiale limitato dal soffietto.
- Movimenti standarda posteriore: decentram. laterale +/- 2,1cm; swing +/- 14°; tilt +90/-30
- Dimensioni da chiusa: 23,4x19,1x9,5cm
- Materiali: Alluminio o carbonio per le parti metalliche; Cipresso toscano, Olivo toscano o Iroko per le parti in legno. Altri tipi di legno disponibili su richiesta.
Premetto che il modello che ho provato, come potete vedere dalle foto seguenti, è costruito con il carbonio al posto dell’alluminio per quanto riguarda alcune delle parti metalliche, primariamente allo scopo di ridurre ulteriormente il peso, dato che comunque, anche nella versione standard solo in alluminio, è già confortante. Siamo infatti sotto i 2 kg, al di sopra di altri modelli sempre a marchio StenopeiKa come la X o la Hyper camera o di aziende come Intrepid o Chamonix, ma decisamente al di sotto di tutte le folding all-metal di concezione tedesca o giapponese. Notevolissimo appare il dato sull’estensione massima, al livello di un banco ottico con monorail telescopico, mentre l’estensione minima, considerando la posizione reclinata della standarda anteriore, permette di usare senza problemi lenti molto corte (fino almeno al 65mm) senza necessità di avere una piastra rientrante. Dal punto di vista dei movimenti, si nota l’ampia escursione sia in alto che in basso del decentramento verticale anteriore, così come la presenza del decentramento laterale sia anteriormente che posteriormente. Ampia l’escursione del tilt che, anteriormente, come sempre sulle macchine costruite da Samuele, si può azionare sfruttando sia l’asse di rotazione basso che quello assiale. La Michelangelo sulla carta si presenta quindi come una folding dalle caratteristiche di alto profilo e molto completa dal punto di vista dei movimenti, approfondiamo!
DESCRIZIONE
Osservandola da chiusa, la macchina mostra subito un’estetica tecnologica e accattivante, in linea con la Leonardo 8x10”, di cui riprende diverse soluzioni, adattandole al formato più piccolo. Le dimensioni sono contenute e il mix di legno (cipresso verniciato scuro), alluminio e carbonio è davvero elegante.
La base, con tripla filettatura (grande) per cavalletto, è costituita da una robusta lastra di alluminio da 6mm che presenta un interessante struttura geometrica di alleggerimento. Al di sopra si trovano le guide per lo scorrimento all’indietro della standarda posteriore, controllata da due manopoline (sempre un po’ troppo piccole per i miei gusti) sporgenti dalla base, e quelle per il fuoco di precisione tramite viste senza fine, controllato dalla consueta manopola posta nella parte posteriore della fotocamera. Proseguendo verso l’alto si può notare, sia davanti che dietro, una complessa sovrapposizione di lastre di alluminio e carbonio, con associati perni e meccanismi di sblocco/blocco, che controllano praticamente tutti i movimenti di traslazione e rotazione dei corpi della macchina. Si arriva infine alla parte superiore, dove compare il legno, che non può mancare in nessuna StenopeiKa, costituente tutto il frame posteriore e l’alloggiamento per il vetro smerigliato, dotato di consueto e pratico coprivetro magnetico.
La nostra Michelangelo ci mostra ora tutte le sue caratteristiche, vediamole insieme!
Complessivamente il design ricorda ancora da vicino la Leonardo e in parte la X Camera, risultando elegante e tecnologico. Il metallo scuro, il carbonio e il legno si combinano alla perfezione. Il baricentro, come di consueto, è abbastanza alto, a beneficio dell’estensione dei movimenti. Posteriormente, una volta rimossa la protezione magnetica, ecco apparire il vetro smerigliato, di buona fattura, con lente di fresnel incorporata, reticolo e indicazioni delle riduzioni per i formati minori. Oltre ad una generosa dotazione di livelle a bolla, ci sono anche le leve per smontare rapidamente il vetro e sostituirlo con un dorso porta rulli. L’inserimento degli chassis è semplice e lineare, non ci sono stati problemi di sorta durante l’utilizzo. Per passare da frame orizzontale a verticale c’è il collaudato e comodissimo sistema magnetico comune a tutte le altre StenopeiKa.
Passiamo alla parte anteriore. Iniziando dalla base, vediamo una serie di ben quattro manopole piccole. Quella più avanti controlla lo swing, di pari estensione a quello posteriore, con due sferette che segnalano lo “0” meccanico del movimento; le due subito dietro permettono di operare sul decentramento laterale, sempre con sferetta per lo “0”; quella più indietro infine controlla lo scorrimento rapido della standarda su due ampie guide che permettono un movimento rapido e fluido per la focheggiatura iniziale. Personalmente ho trovato un po’ scomoda quest’ultima manopola, sia per la posizione che per la dimensione un po’ piccola. Procedendo verso l’alto troviamo prima i controlli per il tilt basale (e per chiudere la macchina), quindi quelli per il generoso decentramento verticale e infine quelli per il tilt assiale. Tutti i movimenti hanno blocchi e sblocchi individuali quindi, come di consueto per le top di gamma di StenopeiKa.
Da ultimo è doveroso ricordare che la Michelangelo utilizza le lensboard di tipo Linhof e che il soffietto standard, di buona fattura, è rapidamente sostituibile con un ottimo soffietto a sacco (indispensabile per raggiungere l’estensione minima di 55mm) tramite il già noto sistema magnetico, permettendo di passare da focali lunghe a corte in modo molto semplice e confortevole.
USO SUL CAMPO
Durante il periodo in cui ho avuto in prova la macchina ho avuto modo di portarla sia sulle mie amate montagne che in scenari urbani, testandola in condizioni abbastanza difficili (freddo e neve, vento…) e con un’ampia escursione di focali (dal 65mm fino al 300mm). Complessivamente i risultati sono stati più che soddisfacenti, ma andiamo ad approfondire.
Iniziamo dalle questioni logistiche. L’ingombro e il peso della macchina la rendono trasportabile con grande facilità, quindi nessun problema anche in caso di spostamenti lunghi e faticosi. La base, con le sue tre filettature per il cavalletto, permette di montare piastre anche molto ampie e di avere quindi un’ottima stabilità del sistema treppiedi/fotocamera. La struttura della Michelangelo è molto elegante, non c’è dubbio, ma, una volta aperta, qual è il livello di stabilità e rigidità? Vediamo! Tutta la struttura della base è notevolissima: come già citato, allungamento massimo e minimo sono notevoli e, in qualsiasi posizione la impostiate e con tutte le ottiche che ho provato, la rigidità basale è stata ottima, segno di una progettazione di alto livello. Le due standarde, prese singolarmente, sono molto robuste e assolvono egregiamente al loro compito. Qualche piccolo dubbio invece, sostanzialmente poi risolto nell’uso pratico, me lo lascia l’accoppiamento tra le standarde e la base, in particolare quella anteriore, che non sembra ottimale.
Come di consueto per le StenopeiKa, il fuoco di precisione è sicuro e affidabile, non si corre mai il rischio di spostamenti indesiderati. La rotazione del frame posteriore per passare da orizzontale a verticale e viceversa è rapida e piacevole, grazie al collaudato sistema magnetico.
Per gli scatti che ho realizzato in montagna (vedi foto sopra) ho usato lenti abbastanza lunghe (240 e 300mm) e, nel caso del Fujinon-W 300mm, anche pesanti. Le condizioni al contorno erano di quelle che possono mettere in difficoltà le macchine dotate di non sufficiente stabilità, segnatamente raffiche di vento abbastanza forte proveniente da una direzione laterale. A dispetto della mia sensazione iniziale di una certa instabilità della standarda frontale in riferimento al suo accoppiamento con la base della macchina, l’esito del test è stato ottimo: la nitidezza delle immagini è tale da evidenziare l’assenza di vibrazioni e oscillazioni. Ovviamente, come per tutte le fotocamere, occorre usarle con intelligenza e accortezza, aspettando sempre il momento più idoneo allo scatto che, nella fattispecie di cui sopra, quello in cui le raffiche di vento diminuiscono di intensità. Complessivamente l’utilizzo di focale lunghe è davvero comodo, grazie anche alla possibilità di muovere all’indietro manualmente la standarda posteriore per raggiungere rapidamente l’estensione richiesta. Anche sulle focali corte, comunque, la Michelangelo si dimostra molto versatile: come già scritto a proposito dell’allungamento minimo, si riesce ad usare un 65mm abbastanza comodamente senza bisogno di piastre rientranti o accessori supplementari (soffietto grandangolare a parte), al prezzo di un minimo di lavorio per posizionare la standarda anteriore nella posizione reclinata.
Il vetro smerigliato con Fresnel incorporato è di buona fattura. Quando si appoggia la lente sul vetro per il fuoco di precisione occorre sempre non andarci troppo “pesante”, ovvero senza esercitare una pressione eccessiva, per non rischiare di far flettere in avanti tutta la standarda.
La Michelangelo 4x5” nasce come nuova top di gamma di StenopeiKa nel formato più conosciuto ed utilizzato, ereditando la concezione tecnica ed estetica della sorella maggiore Leonardo 8x10” e promettendo di definire un nuovo livello nella ricerca e nella crescita della rinomata azienda Pistoiese. Samuele Piccoli è riuscito nel suo intento? L’indubbia bellezza estetica della macchina si rispecchia in altrettanta qualità costruttiva e nell’uso sul campo?
Beh, la risposta sostanzialmente è sì! La macchina eredita gran parte della filosofia dei modelli precedenti, migliorando però sia dal punto di vista estetico, dove il legno, l’alluminio e il carbonio sono mixati e assemblati in modo davvero piacevole, sia tecnico, con un notevole upgrade della base e delle parti meccaniche. Ne deriva uno strumento la cui parola d’ordine potrebbe essere “versatilità”: si possono affrontare situazioni assai diverse senza problemi, passando ad esempio da una focale assai lunga ad una molto corta in modo rapido ed efficace, così come lavorare di precisione con le rotazioni ben calibrate o il comodissimo decentramento laterale posteriore. Nonostante un assemblaggio non granitico di alcune parti, forse a causa della notevole complessità meccanica, specie davanti, la Michelangelo ha dimostrato sul campo le sue abilità e la sua affidabilità! Ovviamente si tratta di uno strumento da usare con perizia e personalmente, accanto al posizionamento non comodissimo e alle dimensioni forse troppo piccole di alcune manopole, ritengo che il moltiplicarsi delle manopole stesse e di altri controlli rischi di andare a scapito della facilità e comodità d’uso. Ciò detto, siamo in presenza di una fotocamera davvero notevole, leggera, bella, facile da trasportare, rapida nel set up e in grado di fare tutto. Quindi non posso che fare i complimenti a Samuele e ringraziarlo per i suoi sforzi continui volti a migliorare e perfezionare le sue creature.
Sito web del produttore: clicca qui!