GIULIO SPERANZA PHOTOGRAPHY
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BLOG

StenopeiKa Hyper 11x14”: l’Ultra Grande Formato e la sua praticabilità sul campo.

12/10/2021

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La StenopeiKa Hyper 11x14" in azione sul Terminillo.
INTRODUZIONE

La frontiera, reale e immaginaria, che separa il Grande Formato dal “great beyond”, dall’ultraverso del grandissimo formato, rimane per molti assai lontana da raggiungere, sconosciuta, temuta, bramata ma evitata, a volte quasi sbeffeggiata con il sopracciglio alzato. Ma dai! Un mondo di gente ancora più strana di quelli già sui generis che lavorano in Grande. Very Large Format, Ultra… Roba da collodisti incalliti, gente che va in giro con un mulo o un furgone, oppure chiusa nello studio a sparare super flash o luci da 10000 watt. O forse giusto materia per gli americani, lì dove è tutto più grande!

Luoghi comuni? Verità? Quale possibilità ci sono di lavorare con il Grandissimo Formato? E qual è la sua praticabilità nell’ambito della fotografia “attiva”, sul campo, che fa quindi affidamento sui muscoli e sulla forza di volontà? Quale il senso di tutto ciò?
​
La recente uscita sul mercato della StenopeiKa Hyper 11x14” mi ha permesso, in qualità di tester del prototipo, di varcare il suddetto confine e di cimentarmi nell’utilizzo del very Large nel mio campo di lavoro abituale, ovvero la fotografia di paesaggio in montagna con relative escursioni a piedi per raggiungere i viewpoints da cui scattare. Follia? E chi lo sa! Intanto io vi presento le mie impressioni dopo alcuni mesi e alcune escursioni sulle spalle (ahi!). E, come di consueto, iniziamo con il descrivere lo strumento in questione.

DESCRIZIONE E DATI TECNICI

Era il mese di marzo 2021 quando una telefonata di Samuele Piccoli mi informa circa la possibilità di provare una nuova fotocamera 11x14”. A me brillano subito gli occhi! Una 11x14”?? Miseria si tratta proprio di Very Large Format, Ultra Grande Formato!! Quanto con esattezza? 27*36cm?? Quando si comincia? Detto fatto, ecco arrivare a studio una cassa di legno che, senza voler essere lugubri, aveva quasi le dimensioni di una bara. Roba da matti, ma quanto è grossa questa Hyper 11x14”?? Beh vediamo!

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StenopeiKa Michelangelo 4x5": sulle orme della Leonardo, ecco la nuova 4x5” top di gamma made in Tuscany

2/4/2021

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La nuova StenopeiKa Michelangelo 4x5" in azione sulle nevi del Terminillo, Lazio.
INTRODUZIONE

È passato poco meno di un anno da quando ricevetti da Samuele Piccoli di StenopeiKa il primo prototipo della Leonardo 8x10”, capostipite di una nuova generazione di folding nate nell’affascinante laboratorio sui colli Pistoiesi. Ricorderete forse la recensione che feci in proposito e l’ottima impressione che ricevetti, a riprova del notevole sforzo di Samuele nel produrre strumenti sempre più perfezionati ma saldamente posizionati nel solco dei predecessori.

Bene, un anno è passato e la storia è andata avanti, infatti oggi vi parlo della Michelangelo 4x5” che altro non è se non il fratello minore, come formato non come concezione, della Leonardo. Trattasi dunque di quella che è la nuova top di gamma nel formato più diffuso e popolare, quindi un oggetto che andrà ad occupare un posto molto importante nel panorama dell’offerta di StenopeiKa e su cui è stato fatto quindi un lavoro notevole. Voglio precisare che la macchina, come di consueto un prototipo, è in mio possesso da ottobre e quindi c’è stato abbastanza tempo, nonostante il covid, per provarla e implementare già alcune modifiche che sono diventate parte integrante del modello ufficiale attualmente in produzione.

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Linhof Technikardan S 45: il banco che si nasconde in una folding!

11/17/2020

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La Linhof Technikardan S 45 in azione sulla vetta di Monte San Franco, Gran Sasso d'Italia, con il grosso e pesante Symmar-S 360mm.
INTRODUZIONE

​Folding o monorail? Leggerezza e trasportabilità o espandibilità e facilità d’uso? Comodità o precisione? Sul campo o in studio?
Sono queste alcuni dei dilemmi che affliggono chi si appresta ad entrare nel mondo del Grande Formato e delle fotocamere a corpi mobili e deve scegliere su quale strumento puntare. Meglio una fotocamera field/folding o un banco ottico vero e proprio? Sono domande a cui non è facile rispondere, perché dipendono in ultima analisi dall’approccio di ognuno di noi e dalle nostre necessità.
Se però esistesse una via di mezzo? Un ibrido tra le due grandi famiglie? Un ponte che colleghi i due estremi? Potrebbe essere la soluzione! Certo! Ma c’è? Beh… La risposta è sì: la Linhof Technikardan.

Andiamo in Germania, quindi, dove ha sede la famosissima casa di Monaco, che credo non abbia bisogno di ulteriori presentazioni. Simo tra gli anni ’80 e ’90 e alla Linhof sono ormai da parecchio tempo stabilizzati sulle due linee principali di camere grande formato: i banchi della serie Kardan e la celeberrima folding all-metal Technika. I due filoni hanno storie assai lunghe alle spalle, e procedono in parallelo, come accade per altre famose aziende del tempo (Toyo, Horseman…).
Ed ecco l’idea: creare una nuova fotocamera, nuova nel senso che non si è ancora visto nulla del genere fino a quel momento. Una fotocamera che fin dal nome scelto la dice lunga su quello che vuole essere. Technikardan, infatti, è semanticamente il merging della Technika e del Kardan, quindi un vero e proprio ibrido che vuole condensare in sé il meglio delle due “famiglie”, promettendo di essere una risposta all’eterno dilemma su cosa scegliere. Idea semplice e ambiziosa al tempo stesso. Sarà riuscita la Linhof a vincere questa sfida? Lo vedremo a breve.

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Horseman L45: robustezza e precisione alla Giapponese in un banco ottico.

11/4/2020

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La Horseman LS 45, oggetto di questa review, in azione tra i monti del Velino-Sirente, in Abruzzo, durante un tardo pomeriggio inveranale.
INTRODUZIONE
​

Ingegneria europea e ingegneria giapponese, in questo caso applicate alle fotocamere a corpi mobili, un argomento su cui si potrebbe parlare a lungo. I giapponesi, si ritiene, sappiano ben “copiare” le idee europee, adattandole e, magari, migliorandole. Mi è già capitato di occuparmi di questo tema quando vi ho descritto, un po’ di tempo addietro, la Wista 45, versione giappo della tipica folding all-metal di Linhofiana ispirazione, rispetto a cui, a mio modesto parere, è superiore non nella bellezza e precisione ingegneristica (su questo mamma Linhof non si tocca), quanto nell’uso pratico.

Nel presente articolo vi parlerò di quella che potremmo pensare come il corrispettivo della Wista 45 nel campo dei banchi ottici (monorail): la Horseman L45. Già il nome ed il logo, un cavaliere stilizzato che brandisce una spada al galoppo, sono un chiaro segnale dell’intento battagliero dell’azienda, oggi compresa nel gruppo Kenko Professional Imaging. Una storia abbastanza lunga quella della casa giapponese, attiva dal secondo dopoguerra e produttrice di diversi tipi di apparecchi legati all’imaging. Voglio ricordare, per esempio, le note serie di fotocamere field all-metal Topcon Horseman Press e Horseman 45FA e 45HD (comprese tra gli anni ’70 e ’90 ) e le fotocamere panoramiche 6x12 e 6x17 (SW612 e SW617). L’azienda è tutt’ora attiva con apparecchi dedicati al digitale, come la Axella.
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Il logo della Horseman, in evidenza sulla grande manopola che controlla il blocco/sblocco del tilt.
Ma veniamo a noi: nell’ambito delle camere monorail, la Horseman ha prodotto una nutrita schiera di notevoli strumenti tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90. La più famosa e diffusa, per il formato 4x5”, è la L45 o 450. Le “cugine” dei formati 5x7” e 8x10” (L57 e L810) sono del tutto simili e basate sullo stesso progetto, il che consente una discreta espandibilità e flessibilità del sistema. Ci sono, restando al 4x5”, parecchie versioni della L45, che si sono succedute negli anni aggiungendo o eliminando dalla versione standard alcune features, peraltro non sempre importanti. Tutto ciò generando una certa confusione sulla nomenclatura, su cui peraltro si hanno poche informazioni se si eccettua il manuale originale scaricabile dal sito del produttore che però non fuga ogni dubbio. Ad ogni modo, procediamo!

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Stenopeika Leonardo 8x10", estetica e tecnologia per la nuova ammiraglia made in Tuscany

3/26/2020

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La nuova Stenopeika Leonardo 8x10" in azione sul Gran Sasso d'Italia.
INTRODUZIONE

​La Leonardo 8x10” è l’ultima arrivata tra la crescente famiglia di fotocamere grande e ultra-grande formato a marchio StenopeiKa. Se vi trovate a passare da Pistoia, vi consiglio una breve deviazione fino ad un piccolo gruppo di case strette tra gli ulivi sui ripidi pendii della Valdibure, dove Samuele Piccoli vi accoglierà nel suo piccolo regno, tra il profumo del legno e gli attrezzi del falegname. Lì nascono, si sviluppano e infine prendono forma le sue idee, di cui la Leonardo è solo l’ultimo esempio.

Non vi lasciate ingannare dal nome, non si tratta di una mancanza di modestia o un volersi elevare, da parte del suo artigiano, al rango di genio. Piuttosto trattasi di un omaggio, nel 500+1 dalla morte del grande Maestro, nato non molto distante in un altro paesino perso tra ulivi e colline.

Devo ammettere che quando Samuele mi ha parlato per la prima volta della sua ultima creatura e dell’intenzione di farmela provare in anteprima, ne sono stato subito molto incuriosito. Una 8x10” da testare non capita tutti i giorni! Per di più si tratta di una nuova linea, che nello specifico dovrebbe sostituire la attuale 810se II, riprendendo le soluzioni tecniche ed estetiche già apprezzate sulla X-Camera (link). La Leonardo quindi sarà la punta di diamante, sia dal punto di vista estetico che tecnico, della famiglia StenopeiKa. Potete comprendere la mia impazienza e la mia eccitazione quando finalmente ci ho messo sopra le mani!

Il primo contatto è avvenuto sulle montagne Pistoiesi a fine gennaio, ed è stato davvero particolare, come potete vedere nel video che vedete qui sotto. Dopo aver rotto il ghiaccio con uno scatto all’interno di una pieve abbandonata, ho portato la nuova creatura con me a Roma, avendo così modo di provarla con calma. Quelle che seguono sono le mie impressioni che, è doveroso premettere, si basano sull’utilizzo della #00, ovvero su un prototipo a tutti gli effetti e di fatto il primo esemplare della serie uscito dal laboratorio di Samuele. Quindi mi concentrerò sugli aspetti generali più importanti, tralasciando alcuni dettagli minori che ho già provveduto a segnalare al suo scaltro costruttore ;-)

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Stenopeika 45se2: un ibrido tra folding e banco ottico.

1/23/2018

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La StenopeiKa 45se2 folding camera, numero di serie #1 (prototipo), pronta allo scatto. Qui monta il Nikkor-W 210mm.
Un saluto amici appassionati di Grande Formato. Oggi vi presento una nuova fotocamera, la StenopeiKa 45se2, interamente progettata e prodotta in Italia, a Pistoia per la precisione, dalla StenopeiKa di Samuele Piccoli. Ma prima di iniziare sono doverose due premesse.
​
La prima è che ho la fortuna di essere colui che prova e analizza per primo i nuovi prototipi che va via via sviluppando la StenopeiKa. Insomma sono il tester ufficiale dell’azienda, e sono quindi legato da un rapporto professionale con la stessa. Detto ciò, vi assicuro che ho affrontato con totale onestà intellettuale la stesura di questa recensione, come d’altronde sono abituato a fare. La seconda è che quanto segue di basa sull’analisi di un prototipo. Come recita la targhetta metallica affissa sulla fotocamera, trattasi dell’esemplare con numero di serie #1. Da ciò consegue che piccole imprecisioni costruttive non saranno prese in considerazione, mentre mi concentrerò sul prodotto nel suo complesso, ed evidenzierò i difetti solo se chiaramente legati ad una mancanza progettuale di base. È chiaro che, data la mia funzione di tester, i difetti, piccoli o grandi che siano, sono già stati riferiti all’azienda che ne terrà conto nello sviluppo della macchina finale. In fin dei conti, la mia funzione è proprio questa! Ove possibile, vi renderò già conto di aggiornamenti del progetto ufficiale rispetto al prototipo.

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WISTA 45 Un’interessante ed economica folding all metal made in Japan.

1/4/2018

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La mia Wista 45D, con il Super-Angulon 90mm.
Iniziamo questo 2017 analizzando e commentando una fotocamera Grande Formato 4x5” che forse non ha ricevuto l’attenzione che merita: la Wista 45.

(foto Wista 45D)
​
La Wista è un’azienda giapponese che produce da vari decenni fotocamere Grande Formato. Prima di introdurre, all’inizio degli anni ’70, la Wista 45, l’azienda era nota per un altro apparecchio: la Rittreck-View, folding all-metal 5x7”, che godette di un discreto successo e si può ancora trovare su ebay a prezzi interessanti. Successivamente, come recita una vecchia pagina web sullo stesso sito dell’azienda, per rispondere alle richieste del mercato, soprattutto interno, di una fotocamera 4x5” orientata al ritratto su pellicola colore, l’azienda decise di introdurre, nel 1972, la Wista 45.

Qui occorre fare subito una precisazione. Esistono vari modelli di Wista 45, di cui uno, la Wista 45DX, è in legno e venne introdotta successivamente. In quello che segue io faccio riferimento invece ai modelli in metallo (N, D, VX, SP, RF ecc).

È interessante notare, innanzi tutto, come questa fotocamera sia stata progettata fin dall’inizio per la ritrattistica, che in quegli anni (’70) aveva virato sulle pellicole 4x5” a colori. Questo ci darà modo di commentare meglio quanto vedremo poi sul modello di cui sono in possesso (la D). Tutti i vari modelli, la cui descrizione in dettaglio esula dagli scopi di questo articolo, si basano sullo stesso progetto base.

Come potete vedere dalle foto, al cuore di questo progetto sta una solida struttura metallica, verniciata di nero, con inserti in materiale tipo simil-pelle che possono essere di colore vario (neri in questo caso). Nel complesso ricorda altre folding di concezione simile come la Horseman 45 o la Toyo 45aII (peraltro sempre giapponesi). La dimensione da chiusa è comparabile a quella di una Linhof Technika o delle altre fotocamere di questo segmento. Il peso è 2,9 kg. L’attacco per il cavalletto, dotato della sola filettatura piccola, si trova sotto la base (bed) della fotocamera (come nella Toyo 45).

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Scattare in Grande Formato a mano libera: limiti e possibilità.

6/27/2017

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Con il presente articolo intendo presentare la mia esperienza in merito all’utilizzo a mano libera delle fotocamere grande formato di tipo folding. In particolare, vi presenterò alcuni scatti, con relativi dati e considerazioni, realizzati con un apparecchio Linhof Super Technika IV 4x5” (10,2*12,7 cm), mentre non prenderò in considerazione in questa sede quei modelli di fotocamere grande formato realizzate espressamente per un utilizzo a mano libera (Gaoersi, Dayi, Cambo ecc) e quindi limitati in massima parte solamente a quello. Qui invece prenderemo in esame l’uso per scatti senza cavalletto di fotocamere di tipo folding, anche note come technical cameras, che normalmente possono essere adoperate per una vasta gamma di applicazioni, e trasportate con relativa facilità. Sono apparecchi solitamente completi di movimenti che permettono una gestione accurata della prospettiva e del piano di fuoco ma che alla bisogna, essendo dotate anche di mirino ottico e telemetro accoppiato alla lente in uso, possono diventare delle insospettabili fotocamere “point and shoot” senza cavalletto. Ovviamente con evidenti limitazioni, specialmente peso e ingombro, e quindi non certo la prima scelta nel caso in cui la necessità primaria sia la rapidità d’azione e la veloce ripetizione di scatti. Ma vi assicuro che godono di insospettabili qualità e possono dire la loro anche in questi casi.

Alcuni esempi di fotocamere di questo tipo sono la già citata Linhof Super Technika (il “super” sta proprio ad indicare la presenza del telemetro), diversi modelli della celeberrima Graflex, la Horseman VH-R e la Wista 45RF. Si tratta in tutti i casi di apparecchi che scattano su pellicole piane nel formato 4x5”, utilizzando i classici chassis per l’international back (tipo Lisco, Fidelity ecc.). Tutte in pratica sono state pensate per raggiungere il massimo della versatilità nell’ambito del grande formato, unendo la libertà e la flessibilità dei corpi mobili e della messa a fuoco con il soffietto alla compattezza e relativa leggerezza costruttiva, specie se paragonate alle più ingombranti e pesanti fotocamere a banco ottico classiche (monorail). Tutto ciò perché sono state progettate per un utilizzo sul campo (vengono anche definite “field” non a caso), rispetto ad una vocazione più da studio del banco ottico propriamente detto. Ed infatti uno dei campi originali di utilizzo nell’ambito della fotografia professionistica era quello del fotogiornalismo, per il quale venivano in larga parte utilizzate proprio a mano libera, eventualmente coadiuvate da grossi flash.

​Oggi ovviamente non vediamo più all’opera chi fa fotogiornalismo con questi apparecchi, ma le fotocamere di questo tipo ci sono ancora, anche attualmente in produzione (come la Linhof Super Technika), senza contare il florido mercato dell’usato. Quindi mi sembra doveroso presentarvi le mie impressioni su un modo d’uso del grande formato che ai più fa sorridere.
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Il sottoscritto alle prese con uno scatto a mano libera di un paesaggio montano. Fotocamera Linhof Super Technika IV 4x5" con mirino ottico multifocale e grip anatomico. L'ottica montata è un Nikkor-W 150mm.

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L'inverno 2016/17 in Abruzzo: analisi e considerazioni.

3/4/2017

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Con l'inizio della primavera meteorologica (1 marzo) si è ufficialmente conclusa la stagione invernale 2016-17 anche in Abruzzo. Vorrei analizzare, ovviamente con l'ausilio delle fotografie, l'andamento di questo periodo così turbolento che molto probabilmente passerà alla storia per l'indubbiamente tragico e assai emotivo disastro dell'Hotel Rigopiano, un singolo evento che, complice anche l'assordante bombardamento mediatico, ha finito con l'etichettare l'intera stagione come un inverno storico, da record, d'altri tempi per quanto riguarda freddo e neve. Falso? Non del tutto. Ma come ho scritto altre volte, mi interessa analizzare le cose partendo dai dati per poi cercare di dare un giudizio il più possibile onesto e non emotivo. Al netto di ciò che è successo, si possono trarre interessanti riflessioni dall'andamento di questa stagione, senza focalizzarsi troppo sul singolo evento e guardando le cose alla giusta scala, altrimenti corriamo il rischio di estrapolare un fatto locale e di estenderlo a scala nazionale o globale.
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23 novembre 2016, la dorsale tra il Monte Tremoggia e il Monte Camicia, versante NE (porzione meridionale della catena del Gran Sasso). Scatto realizzato su pellicola bianco e nero grande formato (4x5").
L'inverno meteorologico 2016/17 inizia il 1 dicembre dopo un autunno tutt'altro che freddo e soprattutto decisamente avaro di neve. Se escludiamo un paio di deboli irruzioni fredde dai Balcani, che portano a modesti accumuli nevosi, peraltro di brevissima durata, solo sui monti più orientali, Gran Sasso e Majella su tutti, succede poco o nulla. Così, come si apprezza dalla foto in alto, si arriva alla fine dell'autunno praticamente senza neve sui monti. Tenete conto che la cima più alta nell'immagine sfiora i 2500m, e al 23 novembre presenta solo alcuni modesti accumuli residui. Dicembre inizia senza grandi scossoni. Un solo evento perturbato, ancora dai quadranti orientali, imbianca nuovamente all'inizio del mese Gran Sasso, Majella e zone orientali del Parco Nazionale d'Abruzzo. Il resto dell'Appennino Centrale rimane abbastanza all'asciutto. La situazione prosegue nelle settimane successive e si arriva a fine mese con le montagne in condizioni quasi grottesche.

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Il progetto "We are our Eyes" presentato sul sito ufficiale della Linhof.

2/7/2017

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ITA

Con mia grandissima soddisfazione la serie di ritratti "We are our Eyes" è stata presentata sul sito ufficiale della Linhof, famosa azienda di Monaco che produce da oltre un secolo quelle che ritengo siano le migliori fotocamere grande formato al mondo. Le mie foto sono state pubblicate insieme ai progetti di fotografi di tutto il mondo che utilizzano Linhof per il loro lavoro. E fa onore all'azienda bavarese il fatto che la mia ricerca fotografica su noi stessi e sulla nostra identità sia stata realizzata con una fotocamera Linhof Technika III dei primi anni '50, ancora perfettamente funzionante dopo oltre 60 anni di carriera. Il mio progetto ovviamente continua con rinnovato vigore e nel ringraziare tutte le persone che finora si sono fatte ritrarre invito chiunque volesse entrare a far parte di questa serie e di vivere l'esperienza di essere fotografati con un banco ottico d'epoca a farmelo sapere. 

ENG

I'm proud to announce that my series of portraits "We are our Eyes" has been featured on the official Linhof website, among other works by worldwide photographers working with the famous cameras made in Munich. Take a look!

Sul progetto/About the project

This project is about humans identity. I love to shoot pictures of several subjects, from nature to landscapes and from cityscapes to architecture, but what I really look for in the great majority of my works is ascribable to humans. So, I’m interested in many kinds of human-modified nature and landscapes scenes as well as architecture and cityscape pictures. Therefore, since I believe that all, in our world, concern and depend from the human being, I decided, with this series, to point my attention on ourselves. I think that most of what we are is in our eyes, the most important element in our face, that define our identity. Moreover, I’ve found very interesting the way every person put oneself in front of the view camera. Most of them are not prepared and someway embarrassed, loosing the “forced” portrait look. Something about the character emerge, because I ask simply to look into the lens. Finally, they are all equal in front of the camera, without distinction based on work, class and so on. Of course this is an ongoing project. I know when it started but I don’t know how long it will last, perhaps for a very long time.
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